Archivio per categoria: Corporate e Governance, Risk & Compliance

Controllo datoriale: tra sorveglianza e riservatezza, 1.12.2025

Come si correlano i poteri tipici del datore di lavoro (direttivo, controllo e disciplinare) che la legge riconosce all’imprenditore con la questione relativa al controllo che può essere esercitato dal datore di lavoro sull’uso delle app di messaggistica istantanea (come WhatsApp, sia su dispositivi aziendali che personali) e dei social network (come Facebook e Instagram) utilizzata dal proprio personale dipendente?

Quali sono le implicazioni ed i rischi di cui tener conto nell’attuale scenario di evoluzione digitale?

Fin dove si può spingere il controllo e quali sono i limiti previsti dalla normativa privacy?

Per maggiori approfondimenti si rinvia all’articolo allegato.

Buona lettura.

Supply chain e appalti irregolari: nuovi rischi per i committenti, 17.11.2025

Le recenti analisi hanno riportato l’attenzione sui rischi che corrono le imprese committenti quando nella propria filiera operano fornitori o appaltatori coinvolti in pratiche irregolari o illecite.

La responsabilità non si ferma più ai diretti autori dell’illecito: il committente può rispondere in solido o essere coinvolto per mancata vigilanza, con conseguenze economiche e reputazionali significative.

Tra i principali rischi si segnalano: l’impiego di manodopera irregolare, l’assenza di requisiti professionali o fiscali dei fornitori, la violazione delle norme in materia di sicurezza sul lavoro e la mancata tracciabilità dei flussi economici.

Per prevenire tali situazioni, è opportuno rafforzare i controlli preventivi, aggiornare le clausole contrattuali, verificare la regolarità contributiva e adottare procedure di due diligence sui partner della supply chain.

L’integrazione del Modello 231 con presidi dedicati alla selezione e al monitoraggio dei fornitori rappresenta oggi una buona prassi.

Nell’articolo allegato un approfondimento sul tema proposto.

Buona lettura

Dlgs 231: nuove responsabilità e sanzioni per i reati ambientali, 27.10.2025

La recente Legge 147/2025 amplia le ipotesi di responsabilità amministrativa per le imprese e introduce sanzioni più severe in materia ambientale.

Con la legge 3 ottobre 2025 n. 147, di conversione del DL 116/2025, è stato rafforzato il quadro normativo relativo ai reati ambientali. Le modifiche incidono direttamente sul D.Lgs. 231/2001, ampliando il catalogo dei reati presupposto e inasprendo le sanzioni per le imprese coinvolte in attività illecite in materia di rifiuti e inquinamento.

Punti chiave della riforma:

Ampliamento dei reati presupposto (art. 25-undecies D.Lgs. 231/2001): introdotti nuovi reati tra cui abbandono e combustione illecita di rifiuti, ostacolo ai controlli, omessa bonifica e traffico organizzato.

Sanzioni pecuniarie più elevate: per i reati di gestione non autorizzata di rifiuti e disastro ambientale la multa può raggiungere 1.200 quote, pari a circa 1,9 milioni di euro.

Sanzioni interdittive obbligatorie nei casi più gravi (inquinamento e disastro ambientale), come il divieto di esercizio o di contrattazione con la PA.

Estensione delle misure di prevenzione antimafia al settore ambientale: introdotta la possibilità di amministrazione giudiziaria per le imprese coinvolte.

Implicazioni pratiche per le imprese:
Le aziende dovranno aggiornare i modelli organizzativi 231 e rafforzare i protocolli di controllo interno. In particolare:

– aggiornare la mappatura dei rischi ambientali;

– rivedere la qualifica e selezione dei fornitori di servizi ambientali;

– assicurare la tracciabilità completa dei rifiuti lungo la filiera.

Per maggiori approfondimenti si rinvia all’articolo allegato.

Buona lettura.

231 e reati ambientali: evoluzioni applicative e impatti per le imprese, 23.09.2025

Il catalogo dei reati presupposto del D.Lgs. 231/2001 comprende da tempo i reati ambientali (es. artt. 452-bis e segg. c.p.). Negli ultimi orientamenti giurisprudenziali, tuttavia, emerge una linea applicativa più severa nei confronti delle imprese.

A tal riguardo molto utile risulta la lettura della sentenza 27669 della Cassazione nella quale viene definito il concetto di vantaggio illecito per l’azienda nel compimento dei reati ambientali.

Le società pertanto risultano esposte a responsabilità amministrativa autonoma, con sanzioni pecuniarie e interdittive, qualora non abbiano adottato Modelli di Organizzazione, Gestione e Controllo (MOGC) idonei a prevenire i reati ambientali.

Punti di attenzione per le aziende risultano pertanto essere:

  • Verifica periodica dei protocolli ambientali all’interno del MOGC.
  • Integrazione con sistemi di gestione ISO 14001 ed ESG.

Analisi del rischio ambientale come parte integrante dell’enterprise risk management.

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Rendicontazione di sostenibilità con calendario aggiornato: pro e contro della proroga , 8.09.2025

Il decreto Economia (art. 10, comma 1-bis, D.L. n. 95/2025 convertito in legge n. 118/2025) ha aggiornato i termini per l’adempimento degli obblighi di rendicontazione di sostenibilità alla luce della proroga introdotta dalla direttiva UE n. 2025/794 del 24 aprile 2025. Il maggior termine coinvolge le grandi imprese non soggette a NFRD (Non-Financial Reporting Directive) nonché le PMI quotate e altri enti specifici. I nuovi termini prorogano di due anni gli adempimenti prima previsti rispettivamente nel 2025 e 2026 e ora nel 2027 e 2028. Si tratta quindi di una modifica necessaria al fine di adeguare la normativa italiana alla già emendata normativa europea.

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Rendicontazione volontaria di sostenibilità per le PMI: gli standard VSME, 2.09.25

Semplificare la comunicazione volontaria delle informazioni sulla sostenibilità da parte delle PMI per migliorarne l’accesso alla finanza sostenibile. È questo l’obiettivo della Commissione europea che con la Raccomandazione del 30 luglio 2025 ha proposto l’adozione dello standard di rendicontazione volontaria semplificato in materia di sostenibilità per le imprese di minori dimensioni sviluppato dall’EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group). Ciò in quanto sebbene le PMI non siano soggette agli obblighi di cui alla Direttiva sulla rendicontazione in materia di sostenibilità aziendale (ovvero alla CSRD – Corporate Sustainability Reporting Directive) sono tuttavia sempre più sottoposte a specifiche richieste in materia di sostenibilità soprattutto da parte di banche e grandi imprese.

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Decreto 231, prevenire i reati dell’Intelligenza Artificiale, 21.07.2025

L’utilizzo dell’ IA (Intelligenza Artificiale) ormai è sempre più impiegata dalle imprese. Numerose, infatti, sono le applicazioni dell’IA all’interno dei processi produttivi, distributivi e amministrativi. L’algoritmo, in linea di principio, non può delinquere, ma può far delinquere un’impresa. L’intelligenza artificiale, infatti, non è un soggetto di diritto, ma può mettere nei guai l’ente/azienda, quale “braccio operativo” di comportamento penalmente rilevanti. Spetta pertanto all’azienda adottare protocolli specifici che permettano di mappare il rischio tecnologico e tracciare le decisioni prese dell’algoritmo, altrimenti a farne le spese sarà l’azienda che non ha saputo prevedere, prevenire o contenere i rischi o, peggio, ha deliberatamente lasciato fare.esto

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Newsletter Garante Privacy del 26.6.2025

L’ultima newsletter del Garante del 26 giugno 2025 tratta una serie di temi sempre ricorrenti all’interno delle aziende.

Nello specifico il Garante si è pronunciato sui seguenti argomenti:

Per chi volesse approfondire è possibile avere maggior dettaglio utilizzando il seguente link: https://www.garanteprivacy.it/home/docweb/-/docweb-display/docweb/10144357

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Sostenibilità d’impresa – norme tecniche e certificazioni accreditate per una rendicontazione affidabile, 19.06.2025

In occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, Accredia e UNI hanno pubblicato la brochure informativa che guida le imprese nella redazione del report di sostenibilità, tra norme tecniche, standard di rendicontazione e certificazioni accreditate.

Il documento si propone come una bussola per le imprese, che devono e/o vogliono orientarsi tra norme tecniche e certificazioni accreditate per soddisfare i principi di rendicontazione della sostenibilità ESRS (European Sustainability Reporting Standards), adottati dalla Commissione, su proposta dell’EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group), nell’ambito della Direttiva UE 2022/2464 (CSRD) sulla rendicontazione societaria di sostenibilità, recepita in Italia dal D.lgs. 125 del 2024. Tale normativa ha introdotto nuovi obblighi per le imprese, richiedendo una maggiore trasparenza sulle pratiche aziendali in ambito ESG, riservando ai revisori legali il tema dell’Assurance del Rapporto di Sostenibilità.

La brochure di Accredia e UNI fornisce, dunque, un supporto chiaro e concreto per predisporre il report di sostenibilità, sia in ambito volontario che cogente, alla luce di un quadro regolatorio in continua evoluzione, al quale si collega anche la recente revisione della normativa CSRD proposta dalla Commissione europea con il Pacchetto Omnibus, attualmente in discussione in Parlamento UE.

A questo scopo, il documento offre un elenco dettagliato delle norme UNI, UNI EN, UNI EN ISO e UNI ISO, che aiutano le imprese a interpretare e applicare gli standard europei ESRS attualmente in vigore in materia di sostenibilità. Le norme tecniche, infatti, rappresentano un riferimento volontario riconosciuto per le imprese che vogliono migliorare l’affidabilità delle informazioni fornite al mercato e dimostrare una postura attenta ai temi della sostenibilità.

Nei casi in cui è prevista la valutazione della conformità, è indicato puntualmente il ruolo delle certificazioni accreditate, che garantiscono un elevato livello di affidabilità e trasparenza dei dati dichiarati dalle imprese, rafforzando la fiducia di stakeholder e consumatori, oltre che l’immagine e la reputazione aziendale.

La brochure si rivolge a tutte le imprese, indipendentemente dal settore e dalla dimensione, interessate a strutturare un percorso credibile e conforme verso la sostenibilità, sia in ottica volontaria che regolamentata.

E’ possibile scaricare la brochure informativa dal link allegato.

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Catena di fornitura: i rischi in ambito ESG, 27.05.2025

Il controllo della catena di fornitura sotto il profilo dei rischi è divenuto un tema nevralgico per prevenire gli impatti in chiave ESG (Enviroment, Social, Governance).

Sotto quest’ultimo profilo (Governance), i recenti fatti di cronaca mostrano come la catena di fornitura può essere il canale di indagine attraverso il quale la magistratura risale alle responsabilità in capo alle committenze.

In particolare, l’aver adottato codici etici e protocolli 231 da parte della controllante non esime quest’ultima dalle responsabilità in caso di condotte illecite praticate dalle società sub appaltatrici. È questo il risultato che emerge dalle recenti indagini della procura di Milano che ha indagato la Valentino Bags. I fatti contestati sono lo sfruttamento di manodopera irregolare e clandestina attraverso contratti di appalto.esto

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