Privacy: la valutazione d’impatto responsabilizza le imprese. Come tutelarsi, 24.06.2019

La verifica preliminare “piaceva” alle imprese. A dirlo il Garante della privacy nella relazione annuale il 2018, presentata il 7 maggio 2019. Era uno strumento del vecchio codice della privacy, ora sostituito dalla valutazione d’impatto privacy. La differenza è sostanziale. In caso di trattamenti a rischio elevato, se prima si poteva chiedere l’intervento autorizzativo del Garante, ora, invece, le imprese devono scrivere una valutazione, assumendosene tutte le responsabilità. Diviene allora fondamentale dotarsi di competenze “privacy” nell’ambito della propria organizzazione e a questo è auspicabile che si affianchino altre due azioni aziendali: quali?
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Niente silenzio assenso per la richiesta d’installare videocamere in azienda, 17.06.2019

L’istituto del “silenzio assenso” previsto dalla L. 241/90 non trova applicazione con riferimento alle richieste di autorizzazione presentate dalle aziende all’Ispettorato territoriale del lavoro per l’installazione e l’utilizzo degli impianti audiovisivi e degli strumenti di controllo a distanza ex art. 4 comma 1 della L. 300/70. Lo ha chiarito dal Ministero del Lavoro con la risposta a interpello 3/2019, pubblicata ieri e fornita in seguito a un quesito posto dal Consiglio nazionale dell’ordine dei Consulenti del lavoro circa la configurabilità della citata fattispecie del silenzio assenso per la richiesta di autorizzazione all’installazione e utilizzo degli impianti audiovisivi e degli altri strumenti di cui all’art. 4, comma 1 della L. 300/70.
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L’efficace attuazione del modello 231 richiede adeguati percorsi formativi, 10.06.19

In caso di commissione di un reato presupposto ex D. Lgs. 231/2001 da parte di un soggetto apicale, il legislatore riconosce efficacia esimente al modello organizzativo qualora esso sia idoneo e l’ente dimostri di averlo adottato ed efficacemente attuato prima della commissione del fatto. L’efficace attuazione riguarda il rispetto in concreto delle prescrizioni contemplate nel modello 231, non ritenendosi sufficiente la sola adozione “sulla carta” di quest’ultimo. Si tratta quindi di “un punto qualificante ed irrinunciabile del nuovo sistema di responsabilità” (relazione ministeriale al D.Lgs. citato).
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Crisi d’impresa: le misure premiali penali per l’imprenditore in difficoltà, 6 giugno 2019

Tra le novità di maggior rilievo del Codice della crisi di impresa e dell’insolvenza rientra la previsione di misure premiali a favore dell’imprenditore che abbia tempestivamente chiesto l’omologazione di un accordo di ristrutturazione o che abbia proposto l’istanza di composizione assistita della crisi, il concordato preventivo o un ricorso per l’apertura della procedura di liquidazione giudiziale. L’introduzione di queste misure riflette lo scopo che anima la riforma: far emergere tempestivamente la crisi d’impresa per consentire alle aziende ancora sane di evitare l’insolvenza, agevolando lo svolgimento di trattative tra debitore e creditori.

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Durc: non basta la regolarità contributiva

Tra le cause ostative al rilascio del Durc vi sono tutte le violazioni più rilevanti in materia di
sicurezza dalle quali deriva la sospensione dello stesso, e quindi la preclusione alla fruizione
dei benefici “normativi e contributivi” in forza di una causa ostativa al suo rilascio. Tale
sospensione decorre a partire dalla scadenza dei 120 giorni di un eventuale Documento Unico
di Regolarità Contributiva che sia già stato rilasciato in precedenza per la stessa finalità. Ne
deriva che, anche in presenza di una assoluta regolarità dell’azienda in termini di adempimenti
e versamenti contributivi, ci si può ritrovare senza DURC e a subire la perdita dei benefici
spettanti e magari già concessi. Vediamo allora quali sono tutte le violazioni e come è
possibile prevenirle ed, eventualmente, sanarle.
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Medici e professionisti sanitari: modalità di applicazione del GDPR, 3.06.2019

Con il provvedimento n. 55 del 2019, il Garante per la protezione dei dati personali fornisce chiarimenti sull’applicazione della disciplina di protezione dei dati in ambito sanitario. I medici e i professionisti sanitari possono trattare i dati dei pazienti, per finalità di cura, senza dover richiedere il loro consenso, a patto che forniscano loro informazioni complete sull’uso dei dati. Nel provvedimento vengono poi specificati i termini relativi all’obbligo di nominare il Responsabile della Protezione dei Dati, le modalità di conservazione della documentazione contenente i dati sensibili, il contenuto minimo dell’informativa da fornire al soggetto interessato.
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Possibile grave irregolarità non rilevare la perdita della continuità aziendale, 31.05.2019

L’omessa rilevazione della perdita della continuità aziendale – ovvero della situazione di incapacità di generare un flusso di entrate e di uscite tale da rendere prevedibile il prosieguo dell’attività aziendale per almeno un anno – può costituire una grave irregolarità suscettibile di essere denunciata al Tribunale ex art. 2409 c.c. Ad affermarlo è un provvedimento del Tribunale di Venezia del 6 febbraio scorso.
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GDPR: pubblicate le statistiche italiane al 31 marzo 2019, 27.05.2019

Il Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento Europeo e del Consiglio, noto maggiormente con l’acronimo GDPR (General Data Protection Regulation) e in minor misura, in Italia, con l’acronimo RGPD (Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati) sta per tagliare il traguardo del primo anno di completa applicazione su tutto il territorio dell’Unione.

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Assunzione di personale tramite Società Cooperative

Sempre più spesso viene sottoposta alla nostra attenzione la possibilità di impiegare personale per il tramite di società cooperative, potendo godere di un importante vantaggio economico sui contributi da pagare.
Avvalersi di tale possibilità è legale? Come è possibile capire se la somministrazione di personale sia lecitamente autorizzata dal Ministero del Lavoro e, in caso di mancata autorizzazione, cosa rischia l’imprenditore?
Con questa nota intendiamo fare chiarezza sui principali dubbi sulla questione.
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Crisi d’impresa: nuovi indicatori al servizio dell’allerta, 23.05.2019

L’istituto dell’allerta, quale strumento idoneo ad intercettare tempestivamente la crisi d’impresa, trova come presupposto fondamentale per il suo funzionamento l’individuazione di appositi indicatori in grado di far emergere gli squilibri di carattere reddituale, patrimoniale o finanziario ed i ritardi nei pagamenti da parte dell’azienda. Ma quali sono i criteri per la loro individuazione?
 
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